Chi siamo-Roberto Smorti

Il pittore


 

Biografia


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Roberto Smorti.

Nato a Firenze il 15 Aprile 1943, Roberto Smorti inizia a dipingere giovanissimo.

A 18 anni conosce Giuseppe Mazzon, che pochi anni dopo diventerà il suo Maestro.

 

Il suo primo studio è a Firenze, in via di Mezzo, insieme ad altri pittori.

E' qui che si appropria dell'atmosfera della Firenze di una volta,

dei personaggi di strada, degli antichi mestieri.

 

Ma la sua pittura dal vero non si ferma agli scorci fiorentini.

Roberto per dipingere dal vero, è instancabile viaggiatore,

ed ecco perché vedendo una sua mostra, o scorrendo un catalogo

delle sue opere ci si imbatte in una sterminata sequenza di luoghi,

dove il tempo sembra si sia fermato, siano essi intorno a Firenze,

nelle colline di Bagno a Ripoli, a Villamagna o alla Certosa,

a Candeli o a Settignano, o più lontano, là nel Chianti

e oltre ancora fino alla Maremma.

 

Nel frattempo la sua arte cresce, le esposizioni dei quadri

si susseguono e le sue opere prendono le strade di ritorno a casa dei turisti

che dal viaggio in Italia vogliono riportare i ricordi, le sensazioni

e le immagini del bello che hanno visto.

 

Oggi il pittore Roberto Smorti ha il suo studio

nella sua abitazione a Villamagna di Bagno a Ripoli.

Ma il suo vero studio ha un cielo con bianche nuvole:

è uno studio all'aperto, negli angoli più belli della Toscana.




 

 

Pubblicazioni.

 

E' inserito nei seguenti volumi:

Pittura contemporanea nelle collezioni private edizioni Cannistraro 1972

Il Quadrato edizioni 1974 di G. Falossi

Il chi è pittori e scultori 1975

Pittori e scultori contemporanei in Emilia Romagna 1976

Catalogo nazionale Bolaffi n° 12 1977

Bolaffi Arte mese 1978

New Art 1999 e 2000

Praxis Artistica 2005
Catalogo Comune di Pontassieve, mostra sala delle Colonne
Catalogo per l'inaugurazione del Cenacolo al Santuario della Madonna del Sasso
Vari cataloghi delle associazioni Mazzon e Colori del Levante Fiorentino
Dalla sorgente alla foce dell'Arno, 2018

 

Hanno scritto di lui:

Vittoria Corti 1971,

Walter Campani 1973,

Innocenzio Mazza 1975,

P.Favilla 1973,

F.Riccomini 1972,

G.Mazzzon 1974,

G. Marsili 1977,

Gaetano Landolina 1980,

Giacomo Giovannetti 1981,

Angelo Bonfigli 1996,

Giulio Clementi 1976,

Divo Savelli 2003,

Paolo Campidori 2010,

Paolo Marini 2011,

Aldo Giovannini,

Giuseppe Raimondi,

Marco Mairaghi 2012,

Alessandro Sarti 2012,

Stefano De Rosa 2012,

Daniela Fontanazza 2012,

Bianca Cifarelli 2013,



 

Recensioni

 

Alcune delle recensioni sul pittore e sulle sue esposizioni personali.

Ivo Gigli 

periodico d’arte  Praxis Artistica 2005

Una pittura che pur  rifondata  sulla via maestra del naturalismo, esercita sull’osservatore un fascino discreto, quello dei colori, della luminosità,  di un disegno morbido,  tutto cioè quell’insieme descrittivo di alta qualità che accende la memoria  e con questa  il sentimento delle cose, questa è la pittura di Roberto Smorti,  artista Toscano.

Sue esposizioni passate portano spesso il nome  “Pittura all’aria aperta”,  parole che denotano l’ambito, l’hinterland di una poetica, l’ambientazione naturale, agreste o paesana, che ha una marca tipicamente toscana ove la luce solare è la fonte vitale di una espressività vitale.

Una pittura delicata sfocia  nelle mani di Smorti,  una levità che riveste le case, i muri che cingono le stradine di campagna, le file degli alberi che corrono sui crinali dei colli, la distesa della città che si osserva dall’alto di un belvedere, pare che  sue mani  carezzino le cose e le accendano, là sulla tela amorfa, come un dono.

Il suo bisogno di spazio, di cielo, di verde, tutta quella dimensione che oggidì  è così alienata da un urbanesimo pesante ed aggressivo, così lontana dallo sferragliamento della tecnica in cui siamo immersi, fa di  lui un nostalgico o un sognatore, che salva e fissa  per gli altipiani  della memoria  un mondo quasi perduto, obliato, da protagonista, cioè da creatore.

Ed è evidente dalle tele la sua fascinazione per la natura in genere,  come ne sia condizionato,  quasi si immedesimasse in lei,  e come riesce a  dare vita agli aspetti più umili,  più abbandonati.

I paesaggi ridenti dell’Italia centrale aleggiano rimandi culturali quali la liricità pascoliana e il colorismo di un Sisley, un romanticismo diremmo che però non è quello che a un superficiale osservatore potrebbe sembrare  “convenzionale”,  perché quando si riesce a decantare il reale, purificarlo con la leggerezza del disegno e della luce-colore  si ha la poesia.

Del suo lavoro si potrebbero  ricordare le parole di Malevictch:  “La concretizzazione di un sentimento”, ma, aggiungiamo noi, poetica.

Un dipinto particolare ci fa attenti: un bosco in un giorno di sole ove gli alberi  spogli  di foglie  disegnano tutta una ragnatela di ombre sui tronchi  e nel sottobosco  con un tremore musicale che crea un movimento silente.

Di Smorti, che è anche ritrattista,  si ricorda una interessante “ Ultima cena”.

 

Pier Francesco Listri  

dal libro “Giuseppe Mazzon 1912– 1997. Veneto e Toscana due terre nell’arte"

2005

 

Roberto  Smorti, paesaggista dei dintorni fiorentini.

Di questo pittore, che pure sembra ostinatamente voler scegliere i soggetti più tradizionali, e che dà alla sua stenografica sfarfallante pittura un senso nativo di allegria, si potrebbe dire per paradosso che brilla nelle sue tele  “ Il mondo offeso” di Vittoriani.

Dietro la tranquillità ottica di questo artista, vibra un bisogno di altrove: lui paesaggista  dei dintorni fiorentini,  si cimenta  anche nella pittura di scorci urbani.

Sebbene artista di notevoli ripensamenti, Smorti ha una felicità immediata nel cogliere luci e colori dei paesaggi,  ora laghi di rossi papaveri, ora stradine fra muri alti con il verde che getta rami d’ombra; ora scorci di campagna  dove uomini e bestie compiono i lavori di sempre.

Proprio il suo maestro Mazzon, con il quale usciva all’alba  per gareggiare nella pittura en plein air, aveva notato la sua “impulsività”  così come gli aveva predetto un fortunato avvenire pittorico per il suo “magnifico temperamento”.

Un grande senso  della luce rende i meridiani paesaggi, come i tramonti,  e perfino certi ritratti (un bellissimo autoritratto davanti alla tavolozza),  affidati a un cromatismo senza errori.

Sulla linea di interiore ricerca che si volge al sacro,  Smorti non ignora le grandi tavole di memoria religiosa come una “Ultima cena”  che campisce la chiesa della sua terra.

Se la poesia di Smorti è nel sottile gusto di rifinire i particolari, la sua poetica è nello struggente bisogno di restituirci l’attualità che si fa, poco a poco, memoria.

 

M. Nebbiai

rivista  New Art 2000  Guida al collezionismo

L’Artista  Roberto Smorti ha frequentato la scuola di nudo di belle arti San Marco di Firenze.

Presente sul mercato dell’arte dal 1965,  ha allestito diverse mostre personali nelle seguenti città:  Prato, Ravenna, Cesena, Cianciano, Fiesole, Antella, Pontassieve, Impruneta. Inoltre le sue opere sono presenti in varie città tra le quali ricordiamo: Monaco, Sidney, Lione,  Dusseldorf,  Rio de Janeiro,  New York,   Barcellona,  California, Texas.  Parigi,  Locarno,  Zurigo, Glasgow, Los Angeles, ecc.

Il vero nutre,  il vero è una fonte continua di ispirazione”.   Così   il Maestro Giuseppe Mazzon, (di cui Smorti è stato allievo)  anni fa  concludeva  le sue riflessioni sull’Artista, incoraggiandolo ad intraprendere  la difficile quanto appassionante pittura  “dal vero”.

 

 

Alessandro Fabietti

maggio 2001

Il pittore Roberto Smorti ha il suo studio  nella sua abitazione a Villamagna di Bagno a Ripoli. La chiesa del paese ospita con orgoglio la sua bella e viva ultima cena. Qui i colori primaverili sono diversi dalla città.

Nello studio aleggia un miscuglio di profumi: acqua ragia, colori ad olio e limoni maturi, che pendono dalle tante e robuste piante , messe a “ svernare “  nella stanza attigua.

Lo studio è pieno di tele , antichi libri, volti di uomini d’arte modellati con il gesso. Tutti i soggetti ritratti da Roberto trasudano temperamento e luce. Due bellissime candide nevicate  si impongono ai miei occhi.

Senz’altro il vecchio Alfred Sisley, amante di mattinate invernali, avrebbe avuto parole di particolare apprezzamento.

Diverse tele riposano in un angolo dello studio e recano   l’inconfondibile segno  di profondi dubbi e sofferenti ripensamenti. Sono cancellate  a colpi di spatola e  “strofinate “  con uno straccio di cotone

Parliamo con l’entusiasmo dei vecchi amici che non si  incontrano da molto tempo. Le parole di Roberto sono avvolte da calda nostalgia, quando ricorda il quarto di secolo trascorso nello studio di via di Mezzo, tra gli amici e i colleghi.

I cavalletti  piantati  di fronte  ad ondulati e dolci paesaggi della Toscana. Le Osterie. Gli interni di vecchie coloniche  con i grandi focolari, “ Il tutto in quel mondo antico con i suoi lavori, quotidianamente offesi”.

Oggi Roberto miscela e addolcisce i suoi vigorosi e caldi  colori , mantenendo  il solido impianto  del quadro , il cui effetto riporta alla memoria alcuni affascinanti  suggestioni impressionistiche.

L’arte di Roberto Smorti è quindi come sempre, fatta di tanto lavoro, forza e passione , sentimenti questi che oggi  sono contrassegnati  nella loro intimità da una nostalgica dolcezza.

In questo periodo, all’avvio del terzo millennio, Roberto Smorti quindi propone  ai suoi numerosi estimatori e collezionisti, opere sempre più  “ collocate nella profondità di tutti  i suoi sensi”.

 

Divo Savelli

dicembre 1999

Nella pittura di Roberto Smorti, non a caso c’è una nostalgia , un rimpianto, per un ambiente, un paesaggio, tutto un mondo che fino a qualche tempo fa, solo qualche decennio, era il mondo di tutti, patrimonio comune, scenario in cui si svolgevano i nostri atti, le attività, la vita di tutti i giorni.

Per chi quel fascino l’ha vissuto , a volte anche inconsapevolmente, magari anche senza rendersi conto della sua preziosità e precarietà, credendo e giustamente, intimamente, inconsciamente sperando immutabile ed eterno,  non è facile arrendersi al suo cambiamento,  alla sua trasformazione, lenta o improvvisa, attutita o traumatica che sia.

Allora, come Roberto Smorti fa  da tanti anni,  si parte e si va alla ricerca di quel mondo, dove ancora esso esiste, di quei colori, di quelle sensazioni,  e si cercano, là dove sono, appunto, e si trovano anche, per fortuna, copiosi, e, se si è artisti, come lui, si riproducono con i pennelli e con i colori e si mettono al sicuro in una tela,  si salvaguardano, in qualche modo, e si portano con noi, a casa,  e da casa poi si ritirano fuori e si presentano in una mostra per poi, dalla mostra farli partire per tanti luoghi,  per la gioia di chi li ha scelti e può poi, a piacimento, ammirarli e per la gioia di chi, questa gioia ha dato.

Ecco perché Roberto è instancabile viaggiatore, non importa se è per pochi o tanti chilometri, ed ecco perché vedendo una sua mostra, o scorrendo un catalogo delle sue opere ci si imbatte in una sterminata sequenza di luoghi, dove il tempo sembra si sia fermato, siano essi intorno a Firenze, nelle colline di Bagno a Ripoli, a Villamagna o alla Certosa, a Candeli o a Settignano, o più lontano, là nel Chianti e oltre ancora fino alla Maremma.

E’ qui tutto il repertorio della bella Toscana scorre sotto i nostri occhi: le case coloniche, i pagliai, le stradine punteggiate dagli alberi, i rari cipressi, i campi di girasole e le distese fiammeggianti di papaveri, in primo piano o sullo sfondo colline, case, alberi, chiese, monti lontani,  dove i colori vivaci delle cose vicine si addolciscono piano piano e sfumano nell’azzurro, e ancora un ruscello con l’acqua trasparente, un ponte, un laghetto, una palude, in cui il paesaggio intorno si specchia, e ancora altri prati con i cavalli,  il gregge di pecore, qualche raro passante assorto nei suoi pensieri, immerso nella quiete.

Ma Roberto Smorti può ritrovare il fascino di un tempo anche vicino a casa sua,  all’interno di Firenze, nella parte più popolare e più vera della città.  In un mercatino,  nella piazza di una chiesa, in un inedito scorcio dell’Arno e,  al ritorno verso il suo studio, lassù in collina, può anche soffermarsi un momento ad ammirare  lo stupendo panorama, dall’alto, e  trarne occasione e soggetto di un altro quadro ancora.

Ma può anche, dopo tanta luminosità e abbondanza di colori avvertire il fascino di un interno di abitazione,  ombroso e pieno di vecchie cose,  o ritrarre una Maternità,  un nudo,  un fulgido mazzo di fiori.

 

Mariarosaria Belgiovine

rivista  New Art 2000  Guida al collezionismo

Una pittura che inebria la realtà con fare immediato.

Smorti  sa catturare il vero che ci circonda, arricchito di ritmi coloristici fra paesaggi e figure dal sapore antico. Con la sua ricerca pittorica riscopre lo stupore di scorci naturalistici, dedicando ogni attenzione al particolare. Il suo gergo creativo  penetra  con stimoli di bellezza e contemplazione tutto ciò che è vita, natura, sensazione, catturando con destrezza  ciò che la natura offre  ai nostri sguardi. 

 

Giulio Clementi

“… la sua consapevolezza della luce, che secondo me gli è congenita insieme con il bisogno di spazio, di verde, di natura, con la sua inconciliabilità quali corporale con la città squadrata e misurata, lottizzata nel verde, snaturata; e altrettanto non posso scindere la sua attenzione consueta nel riprendere il lavoro dei campi, il mutare delle stagioni, gli animali, pochi e preziosi, ancora rimasti, dal suo bisogno anch’esso vissuto e “solare” di compenetrarsi, spettatore e protagonista, con tutti i personaggi che danno vita allo spettacolo umile e grandioso del lavoro all’aperto…”

 
   

Alessandro Fabietti  2006

Così G. Mazzon, alcuni anni fa, concludeva le sue riflessioni sull’allievo Roberto Smorti: “Io ho visto nascere l’uomo pittore e io continuo a seguirlo con gioia e interesse. E lo invito a ben fare per trovare il meglio in se stesso, forza e passione sì da poter tradurre sulla tela tutto il suo magnifico temperamento.

Oggi i quadri di Roberto Smorti sono temperamento e luce.

Le sue case, le strade bianche, gli alberi orgogliosi e gli altri soggetti sono accomunati dal gioioso tentativo di tenere in vita e difendere un mondo antico con i suoi valori. Quotidianamente offesi.

Nel suo studio abbiamo più volte parlato di donne e arte. Commentato i lavori preparatori per la sua grande ultima cena. Guardato insieme un misterioso suo quadro, con austeri cipressi di pasoliana memoria, dipinto alcuni lustri fa. Non compresi allora i tanti perché di quel risultato. Strano, scuro ed addolorato. Roberto è allegria, colori caldi e vigorosi. Dipingere, per Smorti significa cogliere fino in fondo le line e la gente che lì vive, ed appropriarsene.

Un suo quadro, acquistato da un giovane, che poi lo regalò alla mamma, fece dire a quest’ultima: “Grazie, la mia casa è tornata. Ed è ancora semplice. Quando vidi quel pittore che la ritraeva ebbi la sensazione che la portasse via.”

I quadri di Roberto Smorti arrivano al loro vasto pubblico solo quando riesce a sentirli saldamente collocati nella profondità di tutti i suoi sensi. Deve sentire il profumo, palpare i contorni, ascoltare le voci che gli parlano mentre traccia sulla tela le prime solide linee.

   

Roberto Lasciarrea

Serre di Rapolano Terme (Siena)

Roberto Smorti è  caposcuola di quella corrente figurativa  di vivace collocazione naturalistica.

Lo si evince  dalla sua predisposizione  a dipingere all’aria aperta  dove è il sentimento per la natura a prendere il sopravvento,  in qualsiasi circostanza atmosferica,  dove luci ed ombre  dominano la scena.   Il suo accentuato spirito d’osservazione  lo pone in forte simbiosi organica ( materia colore e luce)  fino a rappresentare  paesaggi di poetica suggestione e di notevole impegno coloristico.

Smorti ha al suo attivo l’esposizione di un dipinto a New York  e  il prestigioso incarico ricevuto dal comune di Pontassieve  di docente di pittura ad olio.


 

L’ ultimo dei Macchiaioli
Il pittore che dipinge il canto degli uccelli senza rappresentarli sulla tela Roberto Smorti nei suoi quadri rappresenta la natura nella sua completezza, ti rende partecipe del dipinto, ti fa entrare nel suo mondo con i colori, i profumi, il vento che muove le foglie, il treno che fischia festoso, l’allegria dei suoi personaggi come solo un macchiaiolo riesce a fare.
Per coloro che hanno avuto la fortuna di seguirlo durante le sue scampagnate, e lo hanno visto dipingere potrebbero dire che si fondeva nel paesaggio, la mano imbrattava la tela ma il suo sguardo era altrove per cogliere la poesia che fa di ogni suo quadro una vera opera d’arte, unica ed irripetibile.
L’emozione che trasmette è come quella di una lettera d’amore tanto attesa, riesce a farti tremare le gambe e palpitare il cuore come un amante desiderato. Già apostrofare Roberto come macchiaiolo potrebbe essere una classificazione di pittore impressionista, ma non è solo questo, lui è ancora di più, dipinge il dinamismo, dipinge la musica della natura, potremmo dire che c’è sinestesia nelle sue tele e infine c’è amore, perché ogni donna che rappresenta per quanto vestita ne percepiamo le forme. Dal vestito traspaiono le curve aggraziate e generose delle sue protagoniste, sembra quasi sia lì a corteggiarle, a complimentarsi con loro di tanta bellezza e lo spettatore diventa un attore protagonista di questa scena rimanendone affascinato e incantato dalla bravura del pittore nel saper trasmettere tutte queste emozioni.
Ci sono dei quadri che sembra raccontino una novella nel caminetto, sia rappresentando l’interno di una colonica, o una barca ormeggiata lungo l’Arno, che siano delle belle turiste sul ponte vecchio o il chiasso in centro a Firenze dove non passa più nessuno, ognuno racconta una storiella in vernacolo fiorentino che ti riporta a un tempo che fu facendoti volare con la fa
A Firenze, come in tutta la Toscana, aprendo una qualsiasi finestra che affaccia su di uno scorcio, o su un paesaggio, sembra essere davanti ad un dipinto; quando ci troviamo davanti ad un quadro dello Smorti ci sembra di stare alla finestra. ntasia. Ecco chi è Roberto Smorti, un uomo che con il pennello ci ha racconta la toscana e in particolar modo Firenze, come farebbe uno scrittore o meglio “ Un Poeta”.
F.Schirano



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Mostre

 

Alcune delle sue mostre.

1971 Personale alla galleria il Boschetto

1972 Prato Società Corale Giuseppe Verdi

1972 Cesena Galleria Alberini

1972 Firenze Salone Cennini

1972 Forlì Galleria Primavera

1973 Impruneta Galleria L’Orcio

1973 Gqlleria Il Coccio Ravenna

1973 Galleria S. Frediano Firenze

1973 Pieve di Gaville

1973 Pontassieve Galleria Il Castello

1974 Firenze Galleria La Perla

1974 Galleria Arte Lady

1974 Scandicci Galleria La Bottega

1975 Galleria La Spinetta Avena Arezzo

1976 Firenze Oratorio Andrea Del Sarto

1977 Prato Federazione Artisti Pratesi

!982 Bagno a Ripoli Villamagna Circolo C. Protto

1983 Firenze Galleria S. Frediano

1985 Galleria Arte Pratilia Prato

1986 Mostra Pieve a Ripoli Firenze

Negli anni dal 1986 al 1999 espone ogni anno a Fiesole Aula Magna-Seminario Vescovile

1987 Mostra Centro Artistico S.Niccolò

1996 Chianciano Terme Acqua Santa

1999 Grassina Circolo ACLI

1999 Mostra a Mostra Savioli Arte Rimini

2000 Porto Recanati

2000 Mostra a New Art Promotion Nizza

2001 Mostra a Galleria Arte Puccini Firenze

2001 Mostra a New Art Promotion Cannes

2002 Mostra a Galleria Sogni e Colori Pontassieve

2003 Mostra a Fiesole Aula Magna-Seminario Vescovile

2004 Mostra aFiesole Aula Magna-Seminario Vescovile

2004 Mostra "Pittura all'aria aperta" Aula Magna del Seminario Vescovile di Fiesole

2005 Mostra al Comune di Portorecanati

2005 Mostra aGalleria Malatestiana Rimini

2006 Mostra a Galleria Cairoli Pontassieve

2007 Mostra a Fiesole Aula Magna-Seminario Vescovile

2008 Mostra a Bivigliano al "Giotto" Park Hotel

2008 Mostra a Villa Poggio Reale Rufina

2009 Mostra a Mostra a Castiglioncello

2009 Mostra a Bagno a Ripoli

2009 Mostra a Pontassive all'Hotel Moderno

2010 Mostra nella sala delle Eroine Palazzo Comunale Pontassieve Mostra Toscanello D'oro

2010 Mostra al Museo La Grancia a Serre di Rapolano

2011 Mostra Biodiversità, come docente

2011 Mostra personale al Santuario Madonna del Sasso - Il cenacolo

2011 – Vicchio – Casa di Giotto – “Dai macchiaioli ai giorni nostri”

2011 – Santuario Madonna del Sasso – Biodiversità – evento collegato alle celebrazioni

2011 – Pontassieve, Stadio Comunale – “Insieme per l’Unità d’Italia”

2011 – “Forests for people”, mostra on line per l’anno internazionale delle foreste, progetto segnalato all’Onu
– “TRICOLORI”, pittori, scultori e fotografi del Levante Fiorentino celebrano i 150 ani dell’Unità d’Italia.

Sala delle Eroine, Palazzo comunale di Pontassieve

2011 – Firenze, Viale dei Mille- “La Bellezza nel cuore” – BNL e Telethon per la ricerca scientifica

2012 – Antella, Mostra di fiori

2012 – Pontassieve, Concorso pittorico ” LUNGOSIEVE”

2012 – Mostra collettiva Polo Espositivo ex Studio Pio Fedi Firenze CNA2011 – “SPERANZA PACE PASSIONE”,

ex chiesa Leopoldine, piazza Tasso, Firenze

2012 – “TRICOLORE è SOLIDARIETA'” Museo del Territorio, Monsummano Terme

2012 – “Paesaggi fioriti” – Bagno a Ripoli – Teatro Antella

2012 – “Plus Ultra” California State University Firenze

2013 – “Pelago in cornice”, Bottega del Ghiberti, Pelago

2013 – “La gioia della creatività”, Casa Rossa, Pontassieve

2013 – “Echi di 700 anni fa” Castellonchio, Rignano sull’Arno

2014 – “Artigianato è Arte”, Saletta Dante Alighieri, Dicomano

2014 – “I colori della nostra Toscana” Teatro Antella

2014 – “Festa di Colori” Parco Berlinguer, Le Sieci

2015 – Architettura sacra, umana e divina. Santuario Madonna delle Grazie al Sasso

2015 – Arte all’Antella

2015 – “Toscana Dipinta” – Villa Grassina

2015 – Luce! – Anno internazionale della luce

2015 – “Food&Cook Painting Cup”, durante #Cookstock festa a Pontassieve

2016 - Omaggio a Margherita Hack Sala delle Eroine Palazzo comunale Pontassieve
2017 - Fiori all'Antella
2018 - Chiesa di Candeli - mostra personale di disegni sugli Apostoli
2018 - Dalla sorgente alla foce dell'Arno - personale nella sala delle Eroine, Pontassieve